Sito nato il 16 marzo 2006                                                                                                                                                                   Pagina aggiornata: sabato 13 settembre 2008


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Inizia l'avventura


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Uno dei nostri programmi "storici":
Radiografia
Radio Mantova- 1978


di Maurizio Amici   

Inizia l'avventura, o forse non è mai finita. 30 anni fa, più o meno in contemporanea, nascevano in Italia le radio libere, sorgevano come funghi, dalla sera alla mattina, dopo un timido esordio alla fine del 75 di alcune decine di pionieri, veri pirati dell'etere, a metà del 76 erano più di mille le emittenti che affolavano l'etere italiano in modulazione di frequenza. Un movimento spontaneo, che faceva seguito al rivoluzionario 1968 e ai corposi movimenti studenteschi ed operai del 1972. Allora c'era in Italia una grande voglia di libertà, di democrazia. Una delle libertà fondamentali del cittadino sancite dalla nostra Costituzione è quella di poter comunicare con ogni mezzo le proprie idee, e su questo fulcro che in molti di noi, ha fatto leva la voglia di accendere trasmettitori, di andare contro una lacunosa legge che sanciva il monopolio della RAI, di rischiare il sequestro delle apparecchiature e una denuncia penale.

Che la libertà abbia un prezzo è forse un luogo comune, una stereotipo, retorico se volete, ma è così, ed è un prezzo che migliaia di giovani, improvvisandosi D.J. conduttori, giornalisti, tecnici, hanno pagato, passando mesi, addirittura anni in queste piccole strutture, a volte locate in scantinati o in microappartamenti, con i contenitori delle uova attaccate alle pareti per creare una insonorizzazione, sforzandosi di imitare Arbore e Boncompagni, o i mitici conduttori di Radiomontecarlo, non conoscendo niente di radiofonia o di impresa, ma che ci hanno ugualmente provato.

Questa avventura ha in qualche modo cambiato la società italiana, tutti cresciuti nel rigoroso abbraccio di mamma RAI, abbiamo improvvisamente scoperto nel 1976, che se la Corrida di Corrado o Gran Varietà non ci piaceva, potevamo - girando la sintonia - decidere di ascoltare qualcos'altro, musica soprattutto, ma anche dediche, cronache sportive, commenti politici, intrattenimento alla buona, telefonate di altri ascoltatori. Sono proprio le telefonate che nelle radio libere hanno costituito l'evento più significativo. Fino ad allora per comunicare con la radio bisognava scrivere, avere la fortuna di essere sorteggiati, insomma la possibilità di sentire il proprio nome alla radio (RAI) era remota ed esigua. Con le radio libere tutto cambia, forse senza saperlo, nascono molte Talk Radio, gli ascoltatori entrano in diretta, senza filtri, senza censure, dicono quello che vogliono, in diretta, partecipano a discussioni e dibattiti, dedicano un pensiero e una canzone alla propria fidanzata o alla propia mamma. Gli ascoltatori insomma, fanno la radio, sono in possesso - grazie al telefono - di un potentissimo mezzo di comunicazione, gratuitamente, senza alcuna discriminazione. Non è forse questo un grande segnale di democrazia e libertà?

Cambiano così i costumi le abitudini, c'è gente che passa le serate ad ascoltare la propria radio libera, magari si addormenta più tardi con la radio accesa sul comodino, pur di non perdere la telefonata di Teresa o per sentire come sono andate a finire le cose con Giuseppe. Intorno alle radio libere nascono delle grandi affettuose famiglie, spesso attraverso i microfoni si organizzano cene, incontri, partite di pallone, gite. Sono passati 30 anni, non so quanti lo ricordino, ma ll'epoca se un conduttore diceva di aver fame alle due di notte, c'era sempre qualcuno che telefonava e ti invitava a mangiare a casa sua, se non addirittura ti vedevi arrivare una gentile mamma con pentola ancora calda di una fumante matriciana. Le radio libere erano anche questo, una piena, totale, appagante libertà, di dire, di fare, di essere quel che si voleva dire, fare ed essere.

Sembra una favola per chi non ha vissuto quel periodo, ma posso assicuravi che è la realtà, non solo perché l'ho vissuta, ma perché mi ha formato, mi ha educato ad una visone della gente che mi è intorno meno superficiale, una realtà che mi ha fatto capire quanto forte sia in noi il bisogno di comunicare, di sentici gli altri vicino.

Forse oggi le cose sono cambiate, le radio libere sono diventate aziende, devono rispondere ad una logica industriale che vede al primo posto delle priorità che i ricavi siano superiori ai costi, che la pubblicità abbia un costo contatto adeguato e che l'audience sia costante. Lo spirito di libertà che ha spinto i ragazzi di 30 anni fà ad accendere il trasmettitore non esiste più, chissà, forse va bene così. forse anche questa è evoluzione.

Dico forse perché non ci credo poi tanto, e quando un anno orsono mia figlia Chiara, trovando alcune vecchie cassette della mia radio, mi chiese di poterle ascoltare, ed insieme a molti suoi amici universitari mi disse poi: "Peccato che non si facciano più programmi del genere, sono uno schianto, non si potrebbe trovare un modo per farli risentire a tutti"? mi è venuta la pazza idea di spolverare cassette e bobine, ed insieme a mio fratello Giancarlo - fondatore con me della nostra radio all'epoca, abbiamo deciso di rimettere tutto in onda, utilizzando internet, e di dare questa possibilità anche a tutti i nostri ex-concorrenti e colleghi.

E' iniziato un giro di telefonate, ai vecchi amici prima e agli ex collegi delle radio libere poi, per vedere se questa  pazza idea trovava riscontro in loro, e posso dire che l'entusiamo che ho trovato in tutti è stato esaltante, L'idea di tornare ad essereci come allora sembra dare una grande eccitazione a tutti, che siano oggi impiegati, professionisti, attori o musicisti. C'è ancora in ognuno di noi la voglia di comunicare di ridere e giocare con la nostra passione, di sentirci giovani nello spirito, quali evidentemente siamo, e di tentare una nuova sfida.

Nasce così Broadcastitalia, all'insegna del nostro motto "Perché il passato abbia un futuro", lasciando che sia il vostro l'unico ed insidacabile giudizio. Una cosa è certa, mettere on line a disposizione di tutti programmi, testimonianze e storie di un così grande panorama, tentare di costituire la prima radio/nastroteca privata è una impresa che non ha mai tentato nessuno, forse è impossibile, certamente è difficile, ma chi mi legge dovrebbe aver capito che le cose semplici non sono esattamente nello stile dei ragazzi delle radio libere. Se 30 anni fa abbiamo provato a fare qualcosa più grande di noi, riuscendoci peraltro, non vedo perché dovremmo scoraggiarci in questa nuova avvincente sfida. Il pulsante lo abbiamo acceso, il revox, come potete vedere nelle nostre pagine, gira; il giradischi ancora funziona. Una "banda" di ex è già all'opera.

Inizia l'avventura, o forse non è mai finita.

16 marzo 2006

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